Il morso del black mamba

(Le fotografie si trovano a fondo pagina)

 

Una delle grandi passioni della mia vita, a parte la caccia grossa, i viaggi, la montagna, è l'erpetologia, lo studio cioè dei serpenti ed in particolar modo delle specie velenose.

Anche da un punto di vista medico, la tossicologia animale e, in misura minore, vegetale, mi hanno sempre appassionato.

Era inevitabile dunque che, cacciando da tanti anni in Africa e possedendovi una Game management area, mi dedicassi anche alla ricerca ed alla cattura di questi abitanti del bush, solitamente piuttosto sgraditi a coloro che vengono a caccia con me, ed il più delle volte calunniati.

Ho notato che buona parte delle persone, e non parlo solo dei cacciatori, al momento di venire in Africa, sono terrorizzate dai serpenti, mentre avrebbero molte più ragioni di temere altri animali la cui pericolosità, almeno solitamente, viene sottovalutata.

Parlo, ad esempio, dell'ippopotamo, dell'elefante e di altri abitanti del continente nero, oltre, naturalmente, ai più piccoli ma pericolosissimi killers, come l'anofele (credo sarebbe opportuno inserirla d'ufficio nei big five, portandoli a big six, dato il numero di morti che causa ogni anno).

Ho visto persone spaventatissime all'idea di incappare in un serpente (magari pure innocuo) sguazzare allegramente, a piedi nudi, nel fiume Oubangui, con la quasi certezza di beccarsi una bilharziosi ed altri che non assumono gli antimalarici perché " tanto là mi hanno detto che non c’è una zanzara....... " per non parlare del turista che scende dall'auto in un parco nazionale per andare a fotografare gli ippopotami da vicino, ignorando completamente che causano, annualmente, più morti, forse, dei leoni.

Ebbene, tantissime volte ho detto e scritto che il morso di un serpente, per il turista-cacciatore-escursionista, è un'eventualità molto più remota dell'essere colpiti da un fulmine e non ho cambiato idea in proposito, anche perché i dati lo confermano.

Gli incidenti causati dai rettili velenosi non sono, in realtà, rari, dato che si stima che ogni anno, nel mondo,  60000- 100.000 persone muoiano per morso di serpente,tuttavia tali incidenti coinvolgono solitamente persone a rischio, ed in particolar modo i locali, che girano a piedi nudi di notte, senza una torcia elettrica, oppure i lavoratori delle piantagioni tropicali ed equatoriali ed i contadini che ancora lavorano la terra con i metodi e gli utensili di una volta, o ancora donne e bambini che raccolgono la legna er il fuoco.

I principali responsabili sono statisticamente i viperidi ed i crotalidi, animali più lenti negli spostamenti, che si affidano all'immobilità ed al mimetismo per cacciare e per sfuggire ai nemici, con l'ovvia conseguenza che sono i più facili da calpestare inavvertitamente.

Anche alcuni elapidi (famiglia dei cobra e dei mamba), tuttavia, sono spesso responsabili di morsi, ancor più frequentemente in Asia.

In Afica nella maggior parte dei morsi con conseguenze serie é implicata la vipera soffiante o puffadder (Bitis arietans), presente in tutto il continente a sud del Sahara, il cobra del capo (Naja nivea), presente appunto nella zona del Capo, in parte della Namibia e del Botswana, e gli echidi (echis carinatus, echis pyramidum, echis ocellatus), pure essi viperidi, nell'Africa centrale, occidentale  e settentrionale.

In Asia, il principale avvelenatore è la vipera di Russel (vipera Russelli o Daboia), insieme al cobra indiano (Naja Naja e Naja kaouthia), ai bungari ed agli echidi, mentre in Centro e Sud America, crotalidi dei generi Bothrops (ferri di lancia), crotalus durissus (Cascavel) e, più raramente, Lachesis muta ( bushmaster  terrore dei boschi) la fanno da padroni.

Ma, come dicevo, i morsi inferti a turisti o cacciatori, sono un'eventualità rarissima.

Tuttavia, come in ogni regola, vi sono le eccezioni e, come una nemesi storica, nell'eccezione sono incappato nel periodo di Pasqua di quest'anno.

Premetto che, cercando serpenti per hobby, mi è capitato altre volte di essere morso, anche facendo molta attenzione, ma questo è un rischio ovvio di questo genere di attività: da ragazzo fu una vipera aspis, sulle mie montagne, poi fu la volta, in Africa, di un serpente arlecchino (homoroselaps lacteus) che è velenoso, essendo un elapide, ma quasi innocuo per l'uomo, e che mi provocò solo una piccola area di necrosi cutanea. Anni fa, a causa di una mia imprudenza, per poco non fui morso da un black mamba, che riuscì ad azzannare solo la mia camicia, senza conseguenze serie.

Il mamba!

Il più affascinante e pericoloso serpente d'Africa ed uno dei più temuti al mondo.

Il secondo per lunghezza, dopo il cobra reale (che però ha un veleno meno potente), potendo misurare dai due ai quattro metri.

Un rettile velocissimo, agile, nervoso ed aggressivo.

Ma......

Ma, apparentemente contro ogni logica, il mamba causa relativamente pochi incidenti.

Perché?

Presto detto: perché è agile e veloce e difficilmente avvicinabile.

Ne so qualcosa: quando lo cerco, incontro difficoltà enormi ad avvicinarlo, perché, quando avverte le vibrazioni trasmesse dal terreno (i serpenti sono privi di orecchio esterno) , si allontana velocemente e non é frequente vederlo a meno di una decina di metri, anche se a volte accade, soprattutto se si cammina nel bush con..piede leggero, per non allarmare i selvatici.

Gli incidenti con il black mamba si verificano soprattuto quando uno di questi animali sceglie come " casa " un capanno degli attrezzi: se il farmer entra mentre il serpente è lì, l'aggressione è sicura, ma all'aperto solitamente si allontana, tranne il caso in cui, sorpreso nel bush, qualcuno gli tagli involontariamente la ritirata verso il suo rifugio.

Il mamba è un elapide, della stessa famiglia, dunque, di cobra, bungari, serpenti corallo ecc..

Gli elapidi sono serpenti più primitivi dei viperidi e dei crotalidi. Non sono dotati di zanne del veleno ripiegabili sul palato, ma fisse, poste nella parte anteriore del mascellare superiore, tuttavia il nostro Dendroaspis polylepis è un'eccezione: le sue zanne, poste molto anteriormente, possono essere ulteriormente ruotate in avanti ed il suo morso è, quindi, terribilmente efficace.

A differenza del veleno delle vipere e dei serpenti a sonagli, quello di gran parte degli elapidi (esclusi i cobra sputatori) è neurotossico piuttosto che citotossico, provoca cioè non necrosi dei tessuti e gangrene ma paralisi, per blocco della conduzione nervosa.

All'inizio si ha una paresi dei muscoli faciali con caduta delle palpebre (ptosi), difficoltà di parola e di deglutizione, poi, via via, paralisi di altri gruppi muscolari, ed infine di quelli respiratori ed in special modo del diaframma, con morte per asfissia, se non si interviene per tempo.

Il veleno del mamba è letale per l'uomo nella dose di 12-15 milligrammi ed un singolo morso può iniettarne da 100 a 400 milligrammi, inoltre, a differenza dei cobra che, a volte, colpiscono a bocca chiusa, il mamba non bluffa mai.

 

Quel mattino, presto, stavo accompagnando alcuni amici a caccia, a Ingwe, la mia riserva, e stavamo avvicinando un folto branco di impala che avevamo avvistato.

Gli impala erano a 50 metri da noi, subito al di là di una collinetta e noi procedevamo a passi felpati, tipo Gatto Silvestro.....

Credo che ciò che impedì alla mamba di avvertire il nostro arrivo fu non solo questo particolare, ma anche e soprattutto le vibrazioni causate dallo scalpiccio degli zoccoli del branco di antilopi, poco distante.

Inoltre io ero troppo occupato a guardare davanti a me ed a cercare la via di approccio più idonea per guardare in terra (altro errore da non fare mai!)

 Fatto sta che, ad un tratto, sentii il serpente sotto il mio piede destro e vi assicuro che non è una bella sensazione, quando senti quella specie di salsiccia viva sotto lo scarpone!

D'istinto, feci un salto indietro e pensai di aver calpestato un puff adder, tuttavia, quando abbassai lo sguardo, vidi un grosso mamba  che mi mordeva entusiasticamente la gamba destra, attraverso il pantalone, appena sotto il ginocchio e che poi scivolò via, sgusciando tra i piedi di un orripilatissimo Beppe.

Esaminai subito la ferita: un "full bite"! I segni dei denti erano chiaramente visibili. Non vi era ombra di dubbio! Le zanne avevano bucato la tela leggera dei pantaloni. Sulla pelle i due buchi erano posti in orizzontale, il che mi fa pensare, a posteriori, che entrambe le minuscole ferite fossero state causate da una delle due zanne, che probabilmente aveva colpito due volte oppure era strisciata sulla superficie cutanea. Dal momento che l'immagine della testa del rettile, mentre mordeva, mi é rimasta ben impressa in mente,  ricordo bene che era posta parallelamente al terreno, per cui i due buchi avrebero dovuto trovarsi uno sopra l'altro, invece erano in orizzontale, ma accade spesso che una sola zanna attraversi efficacemente un indumento.

Per fortuna i quad erano poco lontano, per cui, seguito dagli altri, mi affrettai a guidare verso la farm, dove chiesi a Claudia di applicarmi un bendaggio compressivo, che rallentasse l'assorbimento del veleno da parte del sistema linfatico, poi chiamammo, per radio, la base aerea militare che si trova ad un 40 chilometri in linea d'aria da Ingwe.

Mentre attendevo, pensavo a com'è strano il destino: tre giorni prima eravamo andati nella farmacia di Louis Trichard ad ordinare le 10 fiale di siero polivalente che tengo sempre nel frigorifero a gas, in farm, e che erano scadute.....

Spiegai ai miei amici quali sintomi potevamo aspettarci e cosa avrebbero dovuto fare, mentre si attendeva l'elicottero, se avessi avuto bisogno di respirazione artificiale, ma non ce ne fu bisogno, fortunatamente.

Quando il frastuono dell'enorme elicottero " Puma " da combattimento e trasporto truppe riempì la valle, mentre il velivolo atterrava nel prato davanti a casa, iniziavo a sperimentare dificoltà a tnere aperti gli occhi, una lieve difficoltà di parola, a sollevare le braccia, e le gambe iniziavano a farsi un po' deboli, ma nessun sintomo respiratorio era ancora presente.

Claudia mi accompagnò, come una brava crocerossina, insieme a Beppe, stile salvataggio in Viet Nam, fino all'ospedale, dove avevano il siero, e lo raggiungemmo in quindici minuti di volo, al massimo della velocità del " Puma.

 La disavventura si concluse con un' overdose di fleboclisi.

Per diversi giorni, come ricordo, mi rimase una totale assenza di sudorazione alla gamba destra.

 

I segni dei denti erano chiaramente visibili. Non vi era ombra di dubbio! Le zanne avevano bucato la tela leggera dei pantaloni. Sulla pelle i due buchi erano posti in orizzontale, il che mi fa pensare, a posteriori, che entrambe le minuscole ferite fossero state causate da una delle due zanne, che probabilmente aveva colpito due volte oppure era strisciata sulla superficie cutanea. Dal momento che l'immagine della testa del rettile, mentre mordeva, mi é rimasta ben impressa in mente,  ricordo bene che era posta parallelamente al terreno, per cui i due buchi avrebbero dovuto trovarsi uno sopra l'altro, invece erano in orizzontale, ma accade spesso che una sola zanna attraversi efficacemente un indumento.