isiZULU, la lingua dei figli del Cielo

L'isiZulu é una lingua del ceppo Nguni, lo stesso cui appartengono altri idiomi, quali il Xhosa, lo Swazi, lo Shangane, lo Ndebele e via dicendo, per cui si tratta di una lingua parlata e compresa da molte popolazioni dell'Africa australe. Vi sono differenze a volte anche notevoli, in realtà, tra le diverse lingue nominate, ma di fatto l'isiZulu é compreso dalla maggior parte delle etnie locali. Perché isiZulu e non semplicemente Zulu? Perché, in effetti, é una distinzione importante per non fare confusione. Questa lingua é abbastanza complessa ed io sono un modestissimo autodidatta, che inizialmente, frequentando per tanti anni queste popolazioni, ha accumulato un discreto numero di vocaboli, ma che poi si é trovato nella condizione di parlare come un selvaggio, con i verbi all'infinito, e di qui é nata la voglia di imparare qualcosa della grammatica che regola quella lingua, in quanto una grammatica, pur se non scritta, doveva pur esserci, no? E qui sorgeva il problema perché non é che uno possa entrare in un negozio di libri e comperare una grammatica isiZulu, per cui me la sono dovuta ricostruire, in maniera frammentaria e sicuramente lacunosa, ma tant'é, sufficiente a farmi capire. Un notevole aiuto mi è stato dato da Nothando, la fantastica Ndebele che manda avanti Ingwe "njengiwashi", come un  un orologio. Ma torniamo all'isiZulu. La lingua ha una serie di "gruppi di parole" con una particella che io chiamo prefisso e che cambia per il singolare e per il plurale, cui segue una "radice". La stessa radice può cambiare del tutto di significato cambiando il prefisso e quindi il "gruppo" di appartenenza.

i.zulu é il cielo, o anche il clima, tanto che, per dire che fa caldo, si dice "izulu i.ya.shisa", "il tempo scalda", ma se vogliamo parlare di persone della nazione Zulu, diremo um.Zulu (singolare) ed ama.Zulu (plurale). Come vedremo, questo termine rappresenta un'eccezione (ce ne sono in tutte le lingue di queste maledette eccezioni, probabilmente inventate appositamente per complicare la vita a chi vuole imparare), in quanto il plurale "ama" é tipico di parole che al singolare hanno il prefisso "i" (esempio: i.tshe-ama.tshe= pietra -pietre. Ricordo anche, a questo proposito, che tsh si legge come una "c" dolce, come nella parola "cestino", per cui pronunceremo "ice-amace"). Credo che tale eccezione sia dovuta al fatto che i.zulu é, come abbiamo visto, il cielo o il tempo atmosferico, e non ha plurale, mentre il plurale amaZulu indica gli Zulu come persone. Se invece ci riferiamo alla lingua, la radice Zulu sarà preceduta da "isi". La stessa cosa vale per tutte le nazionalità e per tutte le lingue: ad esempio la lingua inglese sarà isi.Ngisi e l'Italiano "isiTaliana"

 

Questa sezione non é  un corso di lingue e, d'altra parte, non mi sento certo in grado di insegnare una lingua:  anche i due libercoli di isiZulu che ho pubblicato mettono a disposizione di che ne ha voglia semplicemente quello che ho imparato io, con tutte le limitazioni del caso. Piuttosto, oltre a qualche nozione base, ho pensato di inserire, via via, qualche modo di dire e qualche parola particolarmente...fascinosa, di questa lingua che attinge a piene mani dal mondo della natura e dai suoi fenomeni. Tanto per fare un esempio, trovo affascinanti alcuni nomi Zulu di piante ed animali, perché molto poetici: la bufaga,  quell'uccello, presente in due differenti specie (red-billed e yellow-billed), che si vede spesso passeggiare su molti erbivori, intento a papparsi le zecche, viene detta "inhlalanyati", "quella che sta sul bufalo". Il verbo Hlala (HL si legge sc con pronuncia un po' blesa, alla maniera di Paperino, per cui si leggerà Inscialanyati), vuole dire abitare, stare, risiedere, mentre il bufalo cafro é inyati (plurale izinyati). Notare che lo stesso verbo, hlala, seguito da "giù", significherà sedersi: Hlala phansi.

L'albero della febbre (Acacia xanthophloea), quella bella acacia dal  tronco giallo, che cresce vicino all'acqua, venne così battezzata dai primi esploratori e colonizzatori perché le attribuivano la colpa degli attacchi di malaria, errore comprensibile, per quei tempi: ebbene, la parola isiZulu per indicarla é ilalamanzini, che significa:"(che cresce) là dove giace o si distende l'acqua". Il verbo "lala" significa giacere, stare disteso, amanzi (solo plurale) é l'acqua, mentre la particella ni é un locativo: andare all'acqua si dice "hamba emanzini" , stare presso l'acqua si dice sala oppure hlala emanzini (il locativo si fa anteponendo e e posponendo ni).

 

Perché prendersi il mal di pancia di imparare qualche parola in una lingua africana? Beh, per me é stato importante; per fare un esempio, Livion, tracciatore e tuttofare di Ingwe, non spiccica una sola parola di Inglese, per cui devo parlargli in Ndebele, ma credo che pure un semplice turista un po' curioso ed avventuroso potrebbe trarre un vantaggio e soddisfazione dal conoscere qualche termine o frase.

Anche due sole parole scambiate con un locale nella sua lingua, hanno, talvolta e ben più che in altri luoghi, un effetto sorprendente, e possono cambiare radicalmente l’atteggiamento verso un um.lungu, un  isihambi ukuthi siphuma epesheya...un viaggitore, un uomo bianco che viene da di là dal mare.

Pure il conoscere  qualche cosa del talvolta complesso....cerimoniale o galateo di comportamento di queste genti è spesso non solo appagante ma utilissimo. Non dimentichiamo che, soprattutto gli ama.Zulu, si considerano un popolo di eletti, i figli, appunto, del Cielo, discendenti di re Chaka, il Napoleone africano che seppe riunire le tribù e i Clan perennemente in guerra tra loro in un impero potentissimo, con un esercito organizzato, che diede del filo da torcere anche ad eserciti moderni come quello Inglese. Ne consegue che, nei maschi, il senso di appartenenza ad una casta di guerrieri è fortissimo e l’osservanza di una certa “etichetta” molto osservata.

Voglio citare qui un esempio.

Uno Zulu ha spesso diversi nomi, così come pure gli appartenenti ad altri popoli.

In zone dove spesso mi avventuro, zone remote e lontane da centri abitati, hanno il loro nome tradizionale i.gama lesi.ntu (i.gama significa nome, ma ha anche altri significati, mentre ntu significa persona, con suffisso umu per il singolare e aba per il plurale: umu.ntu sarà quindi una o la persona e aba.ntu, le persone, la gente....capite quindi da dove viene il termine Bantù....). Nothando è, per l’appunto, un igama lesiNtu, anche se corrisponde al nostro Amanda o Amabile, in quanto il verbo thanda significa amare.

In molti posti, tuttavia, e non solo nelle città, accanto al nome tribale vi è un nome, diciamo ....occidentalizzato, lo i.gama lesi.Lungu. Cosa vuol dire?

I.gama , l’abbiamo visto, vuol dire nome: lesi. è il, chiamiamolo.... prefisso che indica possesso, laddove Lungu è l’uomo bianco (um.Lungu-plurale aba.Lungu). E’, insomma, il loro “nome da bianco”.Vedremo poi come molti vocaboli mutuati dall’inglese o dall’Afrikaaner, spesso anche nomi di oggetti, che gli Zulu certo non conoscevano prima dell’arrivo dei bianchi, siano stati ...Zululizzati.

E così, ad esempio, il taxi è i.thekisi (plurale ama.thekisi), il fuoristrada è i.forwhildrawi e Joseph sarà u.Josefa.

Vi è poi il ...nome del clan, o famiglia tradizionale, l’isi.bongo, in pratica, un cognome. Tanto per fare un esempio, quello di Nothando è Indlovu (elefante).

Quindi, quando chiederete a qualcuno come si chiama direte prima: “Ngubani i.gama lakho?”....”Qual’è il tuo nome?” e poi potrete chiedere: “ngubani isi.bongo sakho?”.....”Qual’è il tuo cognome?”

Ma ( se siete uomini, perchè le donne non dovrebbero mai chiederlo) provate a chiedere ad uno Zulu, ad un Xhosa o ad altro uomo appartenente ad un popolo di lingua N’guni: “Ngubani isithakazelo sakho?” e vedrete dispiegarsi uno sterminato sorriso a trentadue denti....” ma come fa questo zotico di bianco a sapere del mio “nome d’orgoglio”? Si, perchè l’isitakazelo è proprio questo, un nome di appartenenza ad un più ampio gruppo (spesso un isitkhazelo è associato a determinati izi.bongo), probabile retaggio di origini guerriere. D’altra parte il verbo thakazela significa essere orgoglioso,oppure anche congratularsi o essere geniale e um.thakazeli è una persona orgogliosa o geniale.

 

Pronuncia

Molte vocali e sillabe vengono lette come in italiano, ma vi sono delle eccezioni che occorre conoscere.

Inoltre, ricordate che, nelle parole e nelle frasi, la penultima sillaba è strascicata, prolungata:

Io sto imparando lo Zulu: Ngi.sa.funda isi.Zulu si pronuncia: Nghisafunda isisuuulu ( ove la S è dolce come in rosa)

 

 

A     si pronuncia A      u.mama (madre) si pronuncia proprio come in italiano umama ( ricordate la finale lunga (umaaama).                  

B    se da sola ha una pronuncia esplosiva B’, ma in molte parole è unito a M e allora è più dolce: Hamba (camminare, andare, viaggiare) = haaamba.

BH  a volte suona come B, a volte come P o, spesso, a metà strada tra i due. i.bhola (la palla) = ibooola.  Ma bhema (fumare sigarette o la pipa) = peeema. ( non occorre però preoccuparsi più di tanto, nè complicarsi la vita, perchè anche una pronuncia non perfetta verrà compresa: che diciate beeema o peeema, vi farete capire).

C    è uno dei suoni “click”, che nello Zulu non sono frequenti nè invadenti come nella lingua dei San, i Boscimani, ma che comunque sono presenti. Non è facile riprodurli, tuttavia, anche qui, non preoccupatevi più di tanto se non ci riuscite. Si pronuncia con un click ottenuto appoggiando la lingua contro gli incisivi superiori o, come faccio io, contro il canino superiore. Cela ( chiedere) si pronuncia Tceeela.

CH   di solito si pronuncia come una C dura, una K.

Cha (no) = Kaa

D  si pronuncia come in Italiano . u.donga( muro, corso d’acqua)= udooonga, ma talvolta ha un suono che ricorda la T : in doda (uomo) si pronuncia spesso quasi come in. toota, ma molti locali, in effetti dicono indooda

E     si pronuncia E : thenga ( comprare) = teeenga

F     si pronuncia F : u.fudu (tartaruga) = u.fuuutu

G  si pronuncia G dura, a volte K: u.gogo (nonna) si pronuncia 

ugooogo, ma molti dicono ukooko, con una c che è a metà strada tra una C dura e una G dura.

H    ha suono aspirato come in House in Inglese. Hamba= haaamba

HH    è come la H ad esempio il cavallo (i.hhashi) si pronuncia ì.haaasci.

HL  Questo suono è molto importante conoscerlo. HL si pronuncia SC, come sciocco, con un’intonazione simile a quella di Paperino nei famosi cartoni animati. Hamba kahle (arrivederci) =Hamba kaaascie.

 I  stesso suono dell’Italiano. In.disamshini (aereo) = indisamsciiini.

J       di solito si pronuncia come J o G dolce, ma talvolta come C dolce. Jabula (esser felice) = giabuuula, ma spesso anche ciabuuula.

 K     ha due pronunce. Spesso è un suono a metà strada tra una K e una G dura. Suka (partire) suona come suuuga.

 Di solito dopo una N, invece, suona come una C dura o una K: in.kunzi(toro)= inkuuunzi.

KH   è una C dura : khumula ( slegare, svestire)= kumuuula.

L      come in Italiano letha (portare verso chi parla) = leeeta

M     come in Italiano. U.mama= umaaama

N      come in Italiano. in.dlu (casa) si legge iiintlu.

NY  si pronuncia gn come ignaro o ni. In.yosi (ape)= ignioooosi oppure iniooosi.

O     si pronuncia O.

P      si pronuncia P, a volte con suono esplosivo Im.pisi (iena)= impiiisi, con una P, scusate il paragone, come se la sputaste.

PH   si pronuncia P, spesso un pò aspirato. Phemba (accendere un fuoco o iniziare un’azione)= pheeeemba.

Q   si pronuncia K ma con suono clickato, con la lingua schioccata contro il palato. I.qanda(uovo) = ikaaanda ( non confondere con I.khanda, che vuol dire testa; si pronunciano quasi allo stesso  modo.

R     non sono moltissime le parole Zulu che iniziano per R e molte di queste sono ...zululizzazioni di parole mutuate dall’inglese e si pronuncia come in Italiano. I.rayisi (riso) = i.raiisi.

S    si pronuncia solitamente come una S dura come in “sete” (la S dolce è espressa da Z). Isangoma (stregone)= isangoooma.

SH  si pronuncia come la parola Shell. Shayela (guidare)= sciaieeela.

T    si pronuncia come la T italiana. Intombazana (ragazza)= intombasaaana ( con z = s dolce di rosa).

TH   è una T esplosiva. Thatha (portare via o prendere)= taaata.

TSH è un altro suono da conoscere assolutamente, perchè ha pronuncia diversa da quella cui siamo abituati, ed è una C dolce come in cioccolato. Tshela (dire, raccontare)= ceeela.

U     è la nostra U.

V  è la nostra V . Vuma (esser d’accordo, acconsentire)= vuuuma

W    come nell’Inglese Want. Wonke (tutto)= uooonke

Y     si pronuncia I come in Yes. Yebo(si) = ieeebo

Z     si pronuncia come una S dolce Zulu= Suuulu con la S di rosa ma talvolta anche come una Z appena accennata.

 

 Nell'isiZulu, quando la costruzione della frase comporta la contiguità di due vocali, si verifica generalmente una contrazione ed una delle due cade od entrambe vengono sostituite da una nuova lettera.

Es. a+a=a / a+i=e / a+u=o.

Nei prefissi soggettivi che vedremo tra poco: u+a=w / u+e=w

u+o= la u cade e resta o  : lu-akha=lwakha / lu-enza=lenza/

lu-osa= losa

Quando il prefisso soggettivo è una vocale sola:

u-akha=wakha/u-enza=wenza/u-osa=wosa

 

Classi di nomi

COME PROCEDERE ADESSO?

Questo è il dilemma!

Per evitare di remare alla cieca come ho fatto per anni, mettendo insieme le tessere di un puzzle (parte delle tessere, perchè averle tutte non è alla mia portata) a furia di nasate contro gli izin.donga....i muri della mia ignoranza in materia, mi sono confezionato una specie di “specchietto”, come quelli che ci facevamo al liceo, piluccando dai vari “Roversini” per cercare di ricordare quelle ostiche nozioni che ci obbligavano a sapere per passare un esame.

Come dicevo, i nomi della lingua Zulu sono composti da una parte principale che io, per semplicità, chiamerò semplicemente “parola” o “nome” o “verbo” o “aggettivo” a seconda dei casi e da particelle che possono precedere o seguire la parola stessa. Le particelle che precedono le parole le chiamerò “prefissi”, anche se fa tanto numero telefonico, ma mi suona bene ed è intuitivo, quelle che seguono “particelle”. Spero vi vada bene.

OK  e adesso rimbocchiamoci le maniche.

Nello Zulu e nelle lingue N’guni ci sono varie categorie o “classi” di nomi, e occorre conoscerle, perchè sono fondamentali per capire come funziona la lingua.

 

 CLASSE 1   prefisso singolare: um, prefisso plurale : aba

Comprende nomi che il più delle volte sono riferiti a persone.

Vediamo alcuni esempi:

Um.untu = una persona o la persona (NB. l’articolo in pratica non cambia, in Zulu)

Aba.ntu= le persone, la gente, delle persone.

Notiamo quindi che la parola è ntu, ed il prefisso um o aba, a seconda del numero.

Ragazzo= um.fana . Plur.=  aba.fana

Donna sposata, moglie= um.fazi. Plur.=  aba.fazi

Interessante notare come il nome di molte persone che esercitano una determinata professione o attività vengano costruite a partire dal verbo con finale trasformata in i, con prefisso um/aba.

Ad esempio: akha= costruire. Costruttore di case sarà quindi formato dal verbo preceduto dal prefisso um e con finale trasformata in i= um.akhi 

(NB i verbi all’infinito hanno il  prefisso uku, per cui costruire sarebbe, in realtà, uku. akha, o meglio ukwakha).

Uku.siza= aiutare. Prendiamo il verbo, tralasciando il prefisso uku dell’infinito, gli mettiamo, invece il prefisso um, cambiamo la finale in i e otteniamo um.sizi (aiutante), con plurale aba.sizi.

E così avremo um.shayeli (autista) dal verbo uku.shayela, um.bazi(falegname o intagliatore) da uku.baza (scolpire), um .fundi (apprendista, alunno, principiante o lettore) da uku.funda ( imparare, leggere) e um.fundisi (insegnante) da uku.fundisa (insegnare).

Approfitto di queste due ultime parole per una parentesi sui verbi, che vedremo in seguito. La particella sa posposta al verbo ha spesso, in Zulu un significato causativo....far fare quell’azione : (uku)funda= imparare.....fundisa= far imparare, quindi insegnare, così come thenga ( comprare) diventa vendere, cioè far comprare se aggiungiamo sa (thengisa). 

La particella wa a fine verbo indica, invece, che l'azione viene subita (Shaya: colpire, Shayiwa: esser colpiti).

La particella ela  fine verbo generalmente indica che l'azione viene compiuta per qualcuno.

 

CLASSE 2   prefisso singolare: u    prefisso plurale: o

Questa classe comprende anch’essa molti nomi riguardanti persone e pressochè tutti i nomi propri, ma anche nomi di cibi, cose, oggetti ecc.

John è u.John, così come la brava Nothando è, in realtà u.Nothando.

Mamma è u.mama e le madri o.mama, mentre la nonna è u.gogo e le nonne o.gogo.

U.shizi (u.sciiisi) è il formaggio e u.phopho la papaia (plurale o.phopho).

 

CLASSE 3    prefisso singolare: um o umu, ma stavolta il  prefisso plurale é imi

Esempi

um.khonto (la lancia)  imi.khonto (plurale). Umu.zi / imi.zi ( il villaggio). Umu.thi / imi.thi ( albero o anche medicina).

 

CLASSE 4     prefisso singolare: oili     prefisso plurale: ama

i.dolobha / ama.dolobha  (la città/ le città). I.hhashi/ ama.hhashi ( il cavallo/ i cavalli).

 

CLASSE 5     prefisso singolare: isi    prefisso plurale: izi

isi.khole / izi.khole ( la scuola).  isi.mungulu / izi.mungulu

( persona sciocca).

 

CLASSE 6     prefisso singolare: in o im / prefisso plurale: izin o izim

in.gwe / izin.gwe (il leopardo). In.ja / izin.ja (il cane). In.to / izin.to (la cosa).

 

CLASSE 7     prefisso singolare: u  o ulu    prefisso plurale:  izin o izim

u.donga /izin.donga (muro o corso d’acqua). U.hambo /zin.hambo ( il viaggio).

 

 

CLASSE 8    solo prefisso singolareub o ubu

Di questa classe fanno parte nomi senza plurale.

ubu.hlungu (ricordate che hl si legge sc, quindi direte ubusciuuungu) è il dolore.

ub.uso è la faccia.

ubu.dala è l’età (vedremo in seguito che -dala è un aggettivo che significa vecchio).

ub.oya è il pelo o la lana

ubu,hle ( si legge ubuuuscie) è la bellezza, dall’aggettivo –hle.

 

 

CLASSE 9   solo prefisso singolareuku

Questo prefisso è quello dell’infinito dei verbi, ma indica anche le attività o le azioni insite nei verbi.

uku.zingela = cacciare ma vuol dire anche la caccia

uku.dobha = pescare / la pesca

uku.phila = star bene, essere in buona salute / la salute

uku.fa  = morire / la morte

uku.dla = mangiare / il cibo

uku.phuza =bere / la o le bevande

 

 

Vedremo ora perchè conoscere queste classi sia importante. La costruzione della frase dipende tutta dalla classe del nome. Ci ho messo anni, da bravo somaro, ad arrivarci, ma, come scusa, posso addurre il fatto che ho dovuto arrangiarmi un pò.

Ho compilato, come dicevo, una sorta di specchietto riassuntivo che dovrebbe facilitare la costruzione delle frasi, che nelle lingue N’guni comprendono una serie di “prefissi” che chiamerò:

prefisso soggettivo : si riferisce al soggetto che compie l’azione

prefisso soggettivo negativo: si riferisce al soggetto che non compie l’azione

prefisso oggettivo: corrisponde al nostro : lo, la li ecc,  (es. hai visto john? Si, l’ho visto.)

prefisso aggettivo: precede l’aggettivo

particella possessiva: indica possesso o appartenenza

 

 

 

 

 

 

Soggetto    Prefisso     Prefisso        Prefisso      Prefisso                    Particella

                soggettivo   soggettivo    oggettivo   aggettivo                   possessiva

                                     negativo 

  io                 ngi             angi               ngi                                                -mi

  tu                  u               awu               ku                                                -kho

 lui, lei            u                 awu             m                                                  -khe

 esso (it)         ku               aku               ku                                                        

  noi                si                asi                  si                                                (i).thu

  voi                ni                ani                 ni                                                 (i).nu

  essi               ba               aba                ba                                               -bo

Classe1

um/umu        u                 aka                m           om/omu                          wa

  aba              ba                aba                ba             aba                              ba

Classe2

    u                 u                 aka                m           om/omu                         wa

    o                 ba               aba                ba             aba                              ba

Classe3

  um/umu       u                awu                wu         om/omu                         wa

    imi               i                 ayi                 yi              emi                               ya

Classe4

   i/ili                li                 ali                   li              eli                                a

Classe5

    isi                 si                asi                  si              esi                               sa

    izi                 zi                azi                 zi              ezin                              za

Classe6

 in/im               i                  ayi                  yi             en                               ya

izin/izim         zi                 azi                  zi           ezin/ezim                       za

Classe7

  u/ulu             lu                alu                 m               olu                               lwa

   izin               zi                azi                  zi               ezin                              za

Classe8

   ubu              bu               abu                 bu             obu                               ba

Classe9

   uku              ku               aku                 ku             oku                                kwa

 

 


Curiosità

Spesso i verbi, associati a determinate parole, possono assumere significati molto diversi e particolari, a volte addirittura spassosi.

ll verbo (uku)shaya vuole dire battere, colpire, punire, ma se dico che ho battuto l'erba significa che me la sono data a gambe....Ngi shaye (o shayele) utshani (leggi uciaani).

(uku)shaya ucingo significa telefonare. Ucingo significa filo, cavo, recinzione ma anche telefono (beh, il vecchio, caro telefono tradizionale il cavo ce l'ha, anche se spesso viene fregato per fare braccialetti di rame da vendere ai turisti).

E così nuotare sarà battere il lago, l’acqua ukushaya idamu e ballare sarà battere le scarpe ukushaya izicathulo.

 

Una volta, in una situazione un po' ...delicata a causa di un mamba nero che si era infilato in casa mia, quando entrammo per cercarlo il mio tracciatore mi disse "Nkosi, si.zulelwa ngamanqe" "Siamo sovrastati dagli avvoltoi" o "Gli avvoltoi sono sopra di noi." colorita frase per dire che si é in grave pericolo.

Come dicevo, la particella wa indica che si subisce l'azione, ed il verbo zula oltre che significare vagabondare vuole anche dire pendere, essere sospeso, stare appeso sopra, per cui zulelwa significa stare sotto qualcosa che é sospeso. inqe (plurale ama.nqe) é l'avvoltoio e la paricella nga significa, tra le altre cose, "da".

Sempre a proposito di Zulu, credo che anche il verbo  (uku)zula derivi dal fatto che gli amaZulu, pastori, allevatori e guerrieri, erano spesso in movimento ed anche il significato del termine Shangane, che descrive un'etnia imparentata con gli amaZulu, pare aver a che fare con un certo tipo di nomadismo. o con il non stare mai fermi

Invece di faticare a spiegarmi, riporto un brano di un romanzo che sto scrivendo:

 

"Meshindi e Themba partecipavano con entusiasmo alla festa e, pur essendo amaZulu e reputandosi, quindi, appartenenti ad un popolo eletto, non avevano difficoltà a mescolarsi a gente di un’altra etnia, in quanto gli Shangane erano quasi parenti.

La nascita del popolo Shangane era, infatti, da far risalire ad un episodio accaduto durante il regno del più grande re degli amaZulu, Chaka. A quel tempo, la parte più meridionale del Mozambico era abitata da diverse popolazioni, tra cui molto numerosi erano i Tsonga, un’etnia che era probabilmente giunta in quelle terre nel diciottesimo secolo. I Tsonga erano commercianti, pescatori e cacciatori, non guerrieri ed erano penetrati nell’interno seguendo il corso dei fiumi, dopo di che si erano insediati nelle zone più fertili. Un giorno, re Chaka inviò un suo luogotenente, di nome Manikosi, chiamato anche Soshangane, a sottomettere i Tsonga ed a conquistarne le terre, compito che il suo generale portò a termine senza soverchi problemi, tuttavia, una volta vista la ricchezza di quella regione, Soshangane decise unilateralmente di non far ritorno dal suo re e di divenire, a sua volta, signore e padrone di quei territori. Essendo Soshangane uno Zulu e quindi del ceppo N’guni, impose le usanze degli amaZulu, pretese che i Tsonga imparassero l’isiZulu, che divenne lingua ufficiale, ed obbligò i giovani Tsonga a servire nei suoi impi (reggimenti) e ad imparare le tecniche di combattimento ideate da re Chaka, poi conquistò altre terre e fondò il regno N’guni di Kwa-Gaza, in onore del nonno Gaza. Nacque così il popolo Shangane che, pur originando dalla fusione di etnie originariamente diverse (Tsonga, amaZulu, Ronga, Shona, Chopi eccetera) ebbe una netta connotazione guerriera e tradizioni, lingua ed organizzazione simili a quella Zulu. Il nome Shangane, d’altro canto, può far riferimento, oltre che al nome del conquistatore stesso, anche alla diserzione e all'esodo di Soshangane, tanto che nella lingua isiZulu vagabondare o vagare si dice shanga-shanga, oppure zula.

 

Tornando al pittoresco ed inquietante modo di dire da cui mi sono allontanato.....divagando (torna a puntino, qui, il verbo zula), é interessante notare che nga é una particella tuttofare, come il famoso coltellino svizzero ed ha parecchi significati e funzioni. Oltre a voler dire da o da parte di

 

 1) E' usata per esprimere negazione:

     Non andai = Angi hamba.nga.

 

 2) Significa anche per mezzo di, con:

     Ho ucciso un leone con il fucile. Ngi bulalile ibhubhesi ngesibhamu

     Ci andremo in auto.                  Siyohamba lapho ngemoto

 

 3) Significa di, circa, a proposito (argomento).

     Parliamo di me                                Sikhuluma ngami 

     Parliamo di Siboniso .                     Sikhuluma ngoSiboniso (nga+ uSiboniso)

 

4) Indica una scadenza, una data:

    Notate la differenza tra le due frasi seguenti.

    L’anno prossimo(soggetto)   arriverà presto.      U.nyakosayo zobuya masinyane

    Ci andrò l’anno prossimo.                                Ngiyohamba lapho ngonyakosayo

                                                 (il futuro si esprime con preposizione zo oppure yo)    

    La Domenica è bella.                                       Isonto ihle     

    Giuseppe arriverà domenica.                           uJosefa uyofika ngesonto

 

5) E’anche un verbo, molto usato.

    Corrisponde all’Inglese can o may e significa potere, avere il   permesso di.

    Posso entrare?                                     Ngingangena? (nghingangheena?)

    Puoi aiutarmi?                                       U.nga.ngi.siza na?

   NB: ngi significa io

 

6) E’ un nome della classe 3 (um/umu   /imi):

     umu.nga/imi.nga = acacia

 

7) E’un nome della classe 4 ( i/ili   / ama), con il solo plurale:

    ama.nga  =  bugia, bugie, falsità, diceria.

 

 

Anche gli amaZulu hanno un modo di dire simile al nostro "prendere qualcuno sotto la propria ala protettrice, cioè proteggere qualcuno portarlo avanti, facilitarlo, solo che loro lo prendono....sotto l'ascella: "Ngi thatha umfana ekwapheni yami" significa:" Prendo il ragazzo sotto la mia ala protettrice." 

 

Il tipico saluto di chi sta andando via é "Sala kahle" (pronuncia Sala kaascie) che significa rimani (bene) in pace o,se le persono che stiamo salutando sono più di una direma, andandocene:"Ni.sale kahle" . Se invece salutiamo una persona che se ne va diremo:"Hamba kahle" vai (bene) in pace, fa buon viaggio. Se le persone che se ne vabbo sonopiù di una diremo"Ni hambe kahle" oppure "Hambani kahle" (ni = voi / si= noi).

Per dire arrivederci diremo invece :"Sobonana", ad esempio "Sobonana kusasa" "Ci vediamo domani".

Una volta, tuttavia, salutai una persona anziana di un villaggio, che forse non avrei più rivisto perché decisamente fuori delle zone che bazzicavo e gli dissi:"Sala kahle, baba, sobonana" "Stammi bene, padre, arrivederci" (baba significa padre ed é il termine corretto con cui rivolgersi con rispetto a persona più anziana di noi) e lui mi rispose:"Unyawo alunamehlo". Unyawo é il piede (ma anche impronta o traccia), alunamehlo vuol dire "é cieco, non ha occhi".In pratica la sua arguta risposta fu: "Può darsi, chi lo sa, magari i piedi ti porteranno nuovamente da queste parti. I.hlo (Iscio) significa occhio, plurale amehlo (amescio) e se lui avesse detto Unyawo unamehlo avrebbe significato che il piede ci vede, ha gli occhi, ma poiché é preceduto da negazione (al)....

 

Proverbi africani

Puoi bruciare la tua indlwana (capanna emisferica Zulu) se in essa hai provato dolore, ma non riuscirai a bruciare i ricordi che essa contiene.

 

Dalle ferite esce il sangue ma entra la saggezza.

 

Se vuoi arrivare per primo a raccogliere i frutti della marula vai da solo. Se vuoi essere certo di arrivare vai in compagnia.

 

Se ti rimane un solo dente in bocca, usa quello per sorridere.

 

Se punti l'indice contro un amico, ricorda che vi sono tre dita che restano puntate contro te stesso.

 

Quando il leopardo é vecchio anche le mosche osano attaccarlo.

 

Quando due bufali lottano a rimanere schiacciata é l'erba della savana.

 

Se vuoi puoi alzarti quando la luna é alta nel cielo, ma la tua sorte si é già alzata.

 

La lingua non ha ossa ma, come la proboscide dell'elefante, può essere letale.

 

Un viaggio di mille passi inizia sempre con uno solo.

 

Ujekamanzi, la libellula, non conta gli anni che trascorrono ma i giorni. Per questo motivo il suo tempo le basta e non ne domanda di più.

 

La capanna di un amico non é mai lontana.

 

L'abbondanza divide la gente del villaggio ben più della carestia.

 

Non nominare ubhejane (il rinoceronte nero) se non c'é una umunga (acacia) nei pressi.

 

Il leopardo é il più bello tra gli animali...se lo vedi da lontano.